UNA ‘CAVALCATA’ DI SUCCESSI
Nato nel 1982 dall’incontro (sui banchetti di un ricreatorio di Trieste) di 8 ragazzi, per lo più amici, tra i 18 e i 20 anni, con la passione comune per il palcoscenico, il Gruppo teatrale “IL GABBIANO” si è costituito in associazione nel febbraio 1985, dopo 3 anni di attività durante i quali aveva già portato in scena 3 spettacoli: La ‘triestinizzazione' de “La bisbetica domata” (di W Shakespeare -molto- liberamente tradotta da Osvaldo Mariutto e Angelo Mametti). “Fantasmi, amore e … valeriana” (di Osvaldo Mariutto) che è considerato un po’ il ‘cavallo di battaglia’ del Gruppo poiché avendo ottenuto un grossissimo consenso di pubblico, di critica ed una menzione speciale per l’allestimento –luci e scene-, lo ha fatto emergere nell’ambito del teatro amatoriale triestino. Infine “Un pizighin de… fantasia” (di Osvaldo Mariutto) –presentato nel 1985 alla 1° Rassegna del “Teatro in dialetto” indetto dall’Armonia– che, con più repliche, ha confermato il successo dei ‘Gabbiani’ e conquistato definitivamente il consenso del pubblico al Gruppo. Nel 1986 il gruppo teatrale si è legato alla ”Armonia”, Associazione di compagnie del teatro dialettale triestino. Nello stesso anno, con l’ingresso nel gruppo di ‘forze’ nuove, la compagnia ha portato in scena –nell’ambito della Rassegna “Teatro in dialetto”- “Arsenico e vecchi merletti” (di Kesserling con traduzione e adattamento di Osvaldo Mariutto), spettacolo replicato anche nel 1989. L’anno successivo ha proposto in rassegna lo spettacolo “Drio le quinte…” (di Carlo Fortuna), con il quale il Gruppo, nella persona di Riccardo Fortuna, ha ottenuto il premio “VI Memorial Artico” messo in palio per la migliore interpretazione. Lo spettacolo è stato poi replicato a Gorizia nel novembre dello stesso anno, nella Rassegna “Teatro per teatro” e, nel luglio 1988, inserito in un mini-cartellone dialettale a chiusura della manifestazione estiva “Teatro per ragazzi”, che si svolge annualmente nella piazza di Muggia (TS). Nel 1988 il Gruppo si è ulteriormente allargato, con l’ingresso di altri nuovi ‘attori’ dilettanti e ciò ha consentito al Gabbiano di allestire, nella stagione primaverile della rassegna dialettale, la commedia “Non te li puoi portare appresso” (di Kaufmann e Hart, libera traduzione e adattamento di Osvaldo Mariutto), più nota forse al pubblico per la versione cinematografica di F. Capra “L’eterna illusione”. Nel 1989 viene allestito lo spettacolo “Max, l’Arciduca futizà” (di Fortuna e Comida, testo che ottiene una menzione speciale nel “I Memorial Camber-Barni”) che a Verona, nell’ambito della Rassegna dell’inedito di autore italiano, Premio Giorgio Totola, ottiene il primo posto come migliore spettacolo e che fa meritare a Monica Parmigiani il premio come miglior protagonista. Ancora un successo, questa volta nell’ambito della manifestazione “La sera del dì di festa” indetta dal Comune di Trieste, unitamente all’Azienda di turismo e soggiorno ed al Circolo culturale ‘Jaques Maritain’, il riconoscimento a Riccardo Fortuna quale miglior attore per “L’atto unico” di Svevo. L’anno seguente, il 1990, sull’onda del successo ottenuto, il Gruppo mette in scena “Quell’inesorabile profumo -i delitti del mandarancio-“ (di Osvaldo Mariutto) che viene presentato in rassegna a Trieste ed al Premio Giorgio Totola a Verona. Nuovamente la Compagnia ottiene il primo posto, anche se ex-equo, come miglior spettacolo.