LA STORIA ED I SUCCESSI CONTINUANO
Il 1991 segna il ritorno in scena di quello che è considerato il cavallo di battaglia della Compagnia: "Fantasmi, amore e... valeriana" (di Osvaldo Mariutto) che ottiene, al premio "E. Artico", una menzione speciale per la scenografia. Nello stesso anno viene anche riproposto con successo "L'atto unico" di Svevo.
L'anno seguente, il 1992, vengono presentati tre atti unici: "Fatti consueti, atti inconsulti" (di Osvaldo Mariutto), un atto di amore dell'autore verso la propria città Trieste, che non ottengono una lusinghiera critica, ma raggiungono il cuore ed il favore del pubblico.
La stagione 1993 vede la messa in scena di "Wandando" (di Osvaldo Mariutto): storia di donne dai caratteri incredibilmente diversi... volti che celano dietro il loro magnifico sorriso o il loro pianto, l'anima di una città. Nel 1994 viene allestito lo spettacolo "Emozioni de formaio" (di Osvaldo Mariutto): bizzarra similitudine tra 'formaio' (formaggio) e amore. La vena creativa del nostro autore sembra inesauribile, così nel 1995 vengono rappresentate le commedie "Mi volessi ma..." e, a seguire nel 1996, "Tuto e gnente - 20 anni dopo": sette amici che si ritrovano ognuno con il proprio vissuto. Dopo "Arsenico e vecchi merletti" e "Non te li puoi portare appresso" (cinematograficamente noto come "L'eterna illusione"), il Gabbiano -primo fra gli amatoriali a proporsi con allestimenti di testi teatrali americani, forse noti come classici del cinema- si presenta al pubblico del 1997 con la trasposizione teatrale in dialetto triestino del successo Hollywoodiano "Fiore di cactus" (di Barillet e Gredy, libero adattamento di V. Baso). Grazie alla nota esperienza del Gruppo, in questo allestimento traspare il meticoloso lavoro che non si limita alla mera traduzione del testo, ma assume veste di ricerca della sua collocazione e nella trasformazione in realtà, atmosfera e panni tipicamente triestini. Com'è tradizione del Gabbiano, anche in questo lavoro l'attenzione per le scenografie, le musiche e in particolare modo per i giochi di luce, risulta elemento determinante per la buona riuscita dello spettacolo, certamente amatoriale, ma non per questo poco accurata. La fatica viene premiata con l'assegnazione a Monica Parmegiani, [...]per la notevole capacità raggiunta nell'interpretazione di un personaggio moderno e giocato su più caratteri[...], del premio "E. Artico", quale miglior interprete! Il 1998 vede l'allestimento dello spettacolo "Me raccomando acqua in boca" (di V. Baso, tratto da un divertimento di P. B. Bertoli) che si aggiudica il II premio "Monda" per l'originalità delle scelte scenografiche e per la loro feilce esecuzione cromatica, nonchè per l' uso essenziale degli arredi di scena.
Nel 1999 il Gabbiano si ripresenta nuovamente al proprio pubblico, con la trasposizione di una fortunatissima commedia americana: "Finchecoronomeciapè" (libero disadattamento in 2 atti di Osvaldo Mariutto da "Taxi a due piazze" di R. Cooney) che ottiene un clamoroso successo popolare. La commedia si aggiudica anche il primo premio per la migliore interpretazione collettiva e premio per il miglior interprete a Monica Parmegiani alla rassegna "Teatro in corte" di Sandrigo (VI). Il nostro 'Telechiodimartello' Pierre Qualizza riceve una menzione speciale per la migliore scenografia al III premio "Monda" di Trieste. Il Gabbiano nel 2000 chiude idealmente la trilogia sull'infedeltà iniziata con "Fiore di cactus", proseguita l'anno scorso con "Finchecoronomeciapè", con la commedia "Una bela rampigada sui speci" (libero disadattamento di Osvaldo Mariutto da "Toccata e fuga" di Derk Benfield): blitz amorosi, appuntamenti furtivi, scappatelle birichine con equivoci imbarazzanti e divertenti per una comicità pura ed elegante. Lo spettacolo ottiene il premio per la regia e novità teatrale assegnato a Osvaldo Mariutto alla rassegna "Teatro in corte" di Sandrigo (VI).